Generalmente non scrivo post di questo genere, non è nel mio
stile, ma stavolta ne avevo proprio bisogno. Ero indecisa se pubblicarlo o meno, ci ho riflettuto molto in questi giorni… E alla fine sono giunta alla
conclusione che un piccolo sfogo di tanto in tanto ci sta – anzi, non credo di
averne mai pubblicati – specialmente se l’argomento mi sta a cuore.
E l’argomento del post di oggi mi sta parecchio a cuore. Ancora una volta ci troviamo di fronte all'ennesimo caso di strumentalizzazione del cliché blogger = accattona, un teorema tanto diffuso quanto ingiusto. Ho soprasseduto e taciuto in tante occasioni, però stavolta voglio esprimere tutta la mia delusione a riguardo, visto che è partito tutto da un’azienda abbastanza insospettabile che ho sempre stimato ma che adesso mi ritrovo a vedere sotto un'altra luce.
Ma andiamo con ordine.
Tutto nasce dal mini-video di Antos Cosmesi Naturale,
pubblicato giorni fa sulla pagina Facebook dell’azienda. Io L’ho visionato con
ritardo e pure per caso (dato che non sono iscritta su quel social) e sono
rimasta parecchio sconcertata da quello che ho sentito.
Tale video voleva proporsi come un modo simpatico e scherzoso
per promuovere la mini serie di eventi live dell’azienda (di cui uno si
svolgerà proprio nella mia città nella mia bioprofumeria di fiducia e a cui non
vedevo l’ora di prendere parte), il problema è che per fare ciò è stato tirata
in ballo la solita, triste equazione di cui sopra.
“Se io fossi una beauty blogger andrei ad un evento Antos,
guarderei cosa succede, mi porterei a casa le creme che mi danno, magari
romperei le scatole per avere i campioncini omaggio (!!) e poi farei una bella
recensione sul mio blog”.
(Cito testualmente il discorso incriminato. E la frase
sottolineata a mio avviso è quanto mai infelice.)